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Ansia: l’emozione che può impedirci di vivere

Ansia: l’emozione che può impedirci di vivere

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Lo stato di ansia è un’emozione caratterizzata da una sensazione di preoccupazione nei confronti di eventi che potrebbero presentarsi nel futuro e che potremmo incontrare nella vita di tutti i giorni.

Ansia deriva dal latino angere cioè “stringere”. Termine che rappresenta molto bene la sensazione di disagio vissuta da chi soffre di uno dei disturbi legati al suo spettro. L’idea di incertezza, senso di minaccia, tensione.
L’ansia è diversa dalla paura, poiché la paura è una reazione funzionale ad affrontare un pericolo immediato reale. Mentre l’ansia si pone come obiettivo l’affrontare una preoccupazione sul fatto che si possa verificare un evento futuro.

Gli psicologi sottolineano questo aspetto di “immediatezza” tipico della paura. In contrasto con l’atto di “previsione” che caratterizza l’ansia. E’ bene sottolineare come l’ansia e la paura non sono necessariamente sensazioni “cattive”. Al contrario hanno un ruolo di adattamento alle situazioni che possiamo incontrare nella vita.

La paura, infatti, è fondamentale nella risposta di fronte ad eventi esterni che possono mettere in pericolo la nostra vita o la nostra integrità. Ci permette di mobilitare tutte le nostre risorse per affrontare la minaccia o, in alternativa, fuggire da essa. Per questo motivo nelle giuste circostanze una reazione di paura può salvarci la vita.

Allo stesso modo, l’ansia ci aiuta ad individuare minacce future e a premunirci contro di esse. Progettando ipotetici scenari nei quali potremmo essere coinvolti e, in quel caso, dovremmo affrontare la situazione temuta. Un giusto grado di ansia (quindi non eccessivo) ci permette di essere più pronti ed attivi.

Ansia patologica
Tuttavia spesso l’ansia travalica dai suoi utili aspetti di adattamento agli eventi futuri, alle incertezze e pericoli della vita. Questo succede quando l’ansia diventa eccessiva oppure si cronicizza, persiste nel tempo. Spesso rendendo molto difficile svolgere le normali attività della vita. Nei soggetti ansiosi possono essere diversi gli eventi che fanno da fattori scatenanti la reazione di ansia.

Questi eventi presentano però, per chi soffre di ansia, caratteristiche comuni che sono la sovrastima della:

sua probabilità
gravità
possibilità di controllo su di esso
Questo scatena reazioni importanti ed eccessive di fronte ad eventi e fattori che non sono pericoli di per sé. Possono creare disagio in tutte le persone. Il normale disagio che si può incontrare nella vita di tutti i giorni.

Nella quotidianità è inevitabile una buona dose di incertezza. Siamo tutti consapevoli del fatto che il caso ci può mettere di fronte a situazioni di disagio che possiamo superare. Oppure di fronte ad eventi che sappiamo ci mettono un poco in difficoltà e con uno sforzo superiamo senza problemi.

Per le persone ansiose questi eventi e l’incertezza quotidiana sono sovrastimate e generano reazioni eccessive di sofferenza e stress.

Quando diventa eccessiva, cronica ed ingiustificata, l’ansia si trasforma in un’emozione dolorosa e tossica che può limitarci molto nella nostra vita quotidiana.

Lo spettro dell’ansia va da reazioni normali in vista di ostacoli realmente pericolosi che sappiamo di incontrare nella nostra vita. A reazioni di intensità crescente che nascono da situazioni future non pericolose, oppure che non si verificheranno.

L’ansia può limitarsi ad un disagio, una tensione positiva ma in alcune persone può diventare eccessiva e protratta nel tempo, una vera e propria malattia.

Il circolo vizioso dell’ansia
La preoccupazione nei confronti di eventi che vengono sopravvalutati in tutte le loro caratteristiche e conseguenze avvia un circolo vizioso. L’ansioso tenta di trovare soluzioni per fronteggiare gli eventi che lo preoccupano, non sopporta l’incertezza.

Riesamina senza sosta tutti i dettagli e le soluzioni relative all’evento sovrastimato. Siccome non accetta margini di incertezza, non vuole lasciare la minima probabilità al dubbio.

Non può fare a meno di farlo. Se non lo facesse si sentirebbe in colpa. Il rimuginio diventa così cronico poiché il continuare a pensare all’evento preoccupante porta ad una sua ulteriore sovrastima in un circolo vizioso da cui è difficile uscire.

La persona cerca di sfuggire da questa situazione, di scacciarla, ma non ci riesce. Crescono i sensi di colpa e l’evento si fa sempre più minaccioso.

L’ansioso si impegna in un lavorio incessante che assorbe molte risorse e può diventare incompatibile con altri lavori. Questo genera uno stress che si autoalimenta sempre di più.

Chimica dell’ansia
Dal punto di vista delle molecole che entrano in azione nel nostro corpo l’ansia attiva le vie dello stress.

Stress: dalla normalità alla malattia

E’ caratterizzata da stimoli che partono dal cervello e arrivano a stimolare, passando dall’ipofisi, cortisolo, adrenalina e sistema nervoso ortosimpatico. Lo stimolo che avvia queste reazioni può essere realmente pericoloso, oppure la normale incertezza della vita quotidiana.

Lo stimolo eccessivo o continuato nel tempo trasforma una reazione normale ed anzi utile in una reazione che genera sofferenza e malattia.

Il circolo vizioso in cui entra l’ansioso riguarda dal punto di vista biochimico cortisolo, adrenalina e attivazione del sistema nervoso ortosimpatico. Le reazioni che producono queste alterazioni biochimiche ci possono indurre a dargli eccessiva importanza.

A lottare perché se ne vadano. Questo attiva ulteriore adrenalina, cortisolo ed stimolazione del sistema nervoso ortosimpatico. L’ansia si tramuta nell’ansia di avere ansia, che a sua volta genera ansia.

Gli eventi che causano ansia
Abbiamo accennato al fatto che gli eventi che possono causare un’ansia eccessiva che si cronicizza sono diversi.

La famiglia, la salute, le mete accademiche o lavorative, la situazione economica possono diventare fonti di preoccupazione cronica che avviano il circolo vizioso dell’ansia con tutte le sue conseguenze.

L’ansia può essere caratterizzata da una paura eccessiva degli aghi, del sangue, delle punture, dell’altezza, degli ascensori, del dentista, dell’acqua, degli animali come ragni, rettili o cani, dei temporali, dei luoghi chiusi, etc.

A scatenare l’ansia possono essere attività che dobbiamo svolgere in pubblico o sotto l’occhio di colleghi, amici, parenti. Un esame, una performance, una gara sportiva o qualsiasi altra situazione che implichi il corretto svolgimento dell’esecuzione di un compito da svolgere in pubblico.

Per esempio l’ansia sproporzionata di parlare in pubblico. Sentiamo che il mondo dà mille giri all’ora, tremiamo, siamo nervosi e crediamo che dimenticheremo tutto nel momento in cui gli altri vedranno quanto siamo ridicoli.

Anche i normali momenti di socializzazione possono sfociare in ansia. L’ansioso si sente nervoso, teso ed incapace di articolare le parole durante i propri incontri sociali. Per la mente gli passano pensieri come: “Non ho nulla di interessante da dire”. “Non posso parlare con nessuno”. “Penseranno che sono una persona strana ed un fallito”. “Non merito che nessuno si interessi a me”.

Spazi aperti, aspetto fisico, malattie
L’ansia può manifestarsi come agorafobia o, in altre parole, un’ansia intensa di trovarsi in spazi aperti. Alcuni esempi sono aver paura di stare fuori casa. L’ansioso può avere la chiara convinzione che gli succederà qualcosa di terribile in strada, in fila, al supermercato o sull’autobus. Sente che avrà, per esempio, un attacco di panico e che nessuno lo potrà aiutare.

L’ansia può prendere di mira l’aspetto fisico. Ad una persona ansiosa alcuni elementi del suo aspetto fisico possono sembra tremendamente anormali, ma è l’unico a vederli. Le altre persone intorno a lui gli dicono che non è così. Che il suo naso, il suo corpo o i suoi capelli sono normali.

Probabilmente sente il bisogno di ricorrere alla chirurgia estetica. Si guarda di continuo allo specchio con l’intento di correggere il suo presunto difetto.

L’ansia può anche manifestarsi con un’eccessiva preoccupazione per la salute. Dolori, fatica, capogiri, disturbi. E’ sicuro di essere malato, ma il medico non trova nulla e gli esami non rilevano nulla di strano. Non si tranquillizza nemmeno dopo le dovute spiegazioni mediche.

L’ansia si può presentarsi come sindrome da stress post-traumatico. Mesi o anni fa ha vissuto un evento traumatico (abuso sessuale, maltrattamenti, vedere un assassinio, etc) e le immagini di quell’orribile situazione si presentano sempre nella sua testa. Non dorme bene e non si sente al sicuro.

I sintomi dell’ansia
Tutte queste preoccupazioni scatenano nell’ansioso reazioni particolarmente difficili da sostenere.

Come accennato in precedenza molti sintomi dell’ansia sono in realtà disagi che proviamo tutti nel corso della vita. Nei soggetti in cui questi sintomi sono particolarmente importanti e duraturi, diventano patologici.

Le preoccupazione assume contorni inquietanti. Dinanzi a queste preoccupazioni, prova una morsa allo stomaco e ha la sensazione che accadrà un evento spiacevole senza sapere cosa e perché. Si paralizza. Non parla o parla poco.

L’ansia può sfociare in un attacco di panico. Caratterizzato da sudorazione, capogiri, blocchi, rigidità, forti palpitazioni, paura intensa. Attacchi che sorgono all’improvviso fino ad arrivare alla sensazione di essere sul punto di morire.

Possono svilupparsi ossessioni e compulsioni. Per esempio la presenza di pensieri che tartassano in modo incessante e che non si tolgono dalla testa. Allo stesso tempo, qualcosa dentro questa persona la obbliga a realizzare costanti rituali superstiziosi al fine di controllare le sue paure.

Ad esempio, avere il bisogno di lavarsi continuamente le mani. Di verificare più volte di aver chiuso la porta a chiave. Di dire 10 “Padre Nostro” per proteggere la sua famiglia.

Da disagio a malattia
Stando alle indicazioni fornite nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (quinta edizione; DSM–5; American Psychiatric Association, 2013), i disturbi d’ansia differiscono dalla normale paura o ansia evolutive perché sono eccessivi o persistenti (durano tipicamente 6 mesi o più) rispetto allo stadio di sviluppo.

Molti disturbi d’ansia si sviluppano in età infantile e tendono a persistere quando non curati. La maggior parte è più comunemente diffusa nella popolazione femminile, con un rapporto di 2:1 rispetto ai maschi.

E’ inoltre bene sottolineare che, secondo i criteri del DSM-5, ogni disturbo d’ansia è diagnosticato solo quando i sintomi non sono attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza/farmaco o a un’altra condizione medica, oppure non sono meglio spiegati da un altro disturbo mentale.

Riportiamo in un breve elenco i disturbi d’ansia categorizzati dal DSM-5:

Disturbo d’ansia di separazione, colpisce bambini ed adolescenti
Mutismo selettivo
Fobia specifica
Fobia sociale o disturbo d’ansia sociale
Panico
Agorafobia, paura degli spazi aperti
Ansia generalizzata
Disturbo d’ansia indotto da sostanze/farmaci
dovuto a un’altra condizione medica
Ansia e altre patologie
E’ bene, infine, menzionare le patologie frequentemente associate con i disturbi d’ansia.

Le malattie che più frequentemente si associano ai disturbi d’ansia sono:

depressione
disturbi bipolari
sindrome da deficit di attenzione e iperattività – ADHD
patologie respiratorie
malattie cardiache (soprattutto ipertensione arteriosa)
patologie gastrointestinali
malattie delle articolazioni
E’ inoltre stato osservato come pazienti che hanno altre malattie associate ai disturbi d’ansia evidenziano un peggiore decorso del disturbo. Una qualità di vita inferiore rispetto a pazienti colpiti unicamente da un disturbo d’ansia.

 

Conoscere le malattie che si possono associare all’ansia è di fondamentale importanza per stabilire quali farmaci impiegare e quali no.

Un esempio calzante potrebbe riguardare l’uso degli SSRI (selective serotonin reuptake inhibitors). Farmaci di impiegati per il trattamento della depressione e dei disturbi d’ansia. Nei pazienti cardiopatici vanno preferiti agli antidepressivi triciclici (TCA) che sono cardiotossici.

Trattamento e cura dell’ansia
La cosa importantissima è riconoscere gli stati ansiosi e valutarli come tali. Questo primo passo appare semplice ma non lo è. Ci vuole coraggio ma il passo va fatto.

Una volta riconosciuta l’ansia bisogna sempre rivolgersi al proprio medico che valuterà se indirizzare la persona da uno specialista. Anche le cure farmacologiche devono essere sempre prescritte da un medico, meglio se specialista.

Psicoterapia
Il trattamento dell’ansia nell’ambito delle psicoterapie cognitivo-comportamentali comporta l’eliminazione o la riduzione del sintomo. Successivamente il raggiungimento di un adeguato adattamento dell’individuo all’ambiente utilizzando tecniche comportamentali e tecniche di ristrutturazione del pensiero.

Il trattamento per la cura dell’ansia prevede un lavoro di ricerca e valutazione delle aspettative e degli schemi mentali che normalmente la persona ansiosa mette in campo. Di una conseguente ricerca di schemi alternativi e più funzionali.

Alcune strategie che possono essere utili
Le strategie che illustriamo di seguito fanno parte della psicoterapia cognitivo-comportamentale. Possono essere anche utili consigli da provare a mettere in pratica.

Accettare
La persona ansiosa deve accettare di soffrire di ansia. Invece di cercare di sopprimerla, bisogna comprenderla. Il corpo funziona bene, quindi l’ansia è solo un avviso a cui si deve prestare attenzione. Fuggire non serve a nulla. Accettare la situazione aiuta a porvi rimedio.

Accettare una situazione che ci mette ansia non è facile. Di fatto, molto spesso quando ci pensiamo, ci sentiamo anche peggio. Non è facile affrontare i nostri fantasmi. Ma la verità è che non c’è altro modo di vincerli se non affrontarli. Per riuscirci, è necessario essere forti e coraggiosi.

Significa capire che, in questo momento, state provando un sentimento d’ansia e che probabilmente vi sentirete ancora più ansiosi durante il processo di recupero. Ci sarà un periodo in cui i pensieri negativi continueranno a fare la loro comparsa: è naturale. Dovete solo imparare ad accettarli per quello che sono, pensieri ansiosi e basta.

Se smettiamo di dargli importanza e li consideriamo normali l’ansia si riduce. Se consideriamo normali i disagi della quotidianità, disagi che provano tutti, le reazioni biochimiche del nostro corpo torneranno nella norma.

Prendersi cura di se stessi
Si deve dormire a sufficienza, alimentarsi nel modo corretto, fare attività fisica, dedicarsi a qualche hobby, rilassarsi.

 

Dedicare del tempo di qualità a se stessi. Non si deve essere a disposizione degli altri tutto il giorno. Inoltre si deve smettere di lavorare per qualche ora. Questo non vi trasforma in brutte persone, al contrario. Prendersi cura di se stessi permette di prendersi cura anche degli altri, perché sarete in condizioni migliori per portare a termine i vostri impegni e responsabilità.

Vivere al massimo non deve per forza significare vivere con un picco di adrenalina tutto il giorno. Ma godere ogni momento in modo consapevole. Riuscirci, però, è impossibile se la vostra mente e il vostro corpo non sono pronti. Circondatevi di persone e cose positive, siate gentili con voi stessi e con gli altri e date la priorità alle cose che contano davvero nella vita.

Rivedete lo stile di vita
L’ansioso deve fare attenzione alle relazioni e alle situazioni tossiche che potrebbero esserci nella sua vita. Le persone tossiche servono solo ad avvelenare la mente, rovinano l’ambiente che lo circonda e lo immergono in uno stato di ansia dal quale è difficile uscire. Si deve risolvere il problema allo stesso modo in cui si sconfigge una malattia: eliminandone la causa, non solo curando i sintomi.

Va fatta attenzione al fatto di non essere voi la persona tossica. Se l’atteggiamento dell’ansioso crea un ambiente negativo, verrà ricompensato allo stesso modo. Se riesce a cambiare, probabilmente noterà dei cambiamenti anche intorno a lui.

Altro errore da evitare è vivere per compiacere gli altri. Deve avere ben chiari in mente i suoi obiettivi. Sta facendo ciò che desidera davvero oppure ciò che si presume che dovrebbe fare? Sta vivendo secondo i suoi veri valori?

Controllate la respirazione
Non importa quale sia il motivo scatenante dell’ansia. In tutti i casi si produce una respirazione affannosa, che causa un cortocircuito nel corpo e nella mente. La respirazione diventa veloce e superficiale, scatenando i sintomi dell’ansia.

Può essere molto d’aiuto controllare la respirazione. Se ci riesce, l’ansioso può controllare anche i restanti sintomi dell’ansia.

Per controllare la respirazione, si deve solo seguire semplici passaggi:

Fermarsi
Concentrarsi sulla respirazione, senza pensare ad altro
Inspirare più che si può e contate fino a sei-sette
Espirare lentamente e contate fino a dieci- undici
Mettere in pratica questa regola per un minuto
Ripetere fino a quando non si riesce
Il segreto sta nell’espirazione, che dev’essere più lunga dell’inspirazione.

Prepararsi ad affrontare situazioni che provocano ansia
La persona che soffre di ansia, in molte occasioni, sa bene quali eventi possono provocare ansia. Perché li ha già vissuti oppure perché il semplice fatto di pensare a questi lo altera. In questi casi, è necessario prepararsi per non essere vittime dell’ansia.

Quando si cominciano a presentare le prime risposte fisiche dell’ansia, causate da un evento che non si è ancora verificato, è il momento di iniziare a porvi rimedio. Non deve permettere all’ansia di impossessarsi di lui.

Queste prime risposte iniziano con un accelerazione della respirazione. Che si tradurrà in sudore freddo, mani umide, cattivo umore, movimenti scoordinati e altri sintomi che rendono la mente ancora più vulnerabile.

La persona ansiosa deve mettere in pratica i consigli sulla respirazione. Non cercare di giustificare o capire la situazione. Tanto meno proporsi di razionalizzare ciò che sta accadendo fino a quando non sarà riuscito a controllare la respirazione. E, per farlo, dove liberare la sua mente. In questo modo, si preparerà per il momento atteso e risulterà più facile calmarsi e sentirsi di nuovo tranquillo.

Dominare l’immaginazione
L’immaginazione ha una funzione da svolgere, ovvero è la responsabile dei nostri obiettivi e mete. Ci permette di essere capaci di pianificare la nostra vita e di sognare. Tuttavia, a volte, l’immaginazione può fare dei brutti scherzi.

Quando abbiamo una determinata aspettativa o quando sorge una nuova circostanza, è naturale pensare a ciò che succederà. Di solito siamo capaci di immaginare scenari che potremmo classificare in una scala che va dal più favorevole al meno.

Tuttavia, ci sono persone in grado di immaginare solo gli scenari della parte bassa di questa scala. Persone che danno troppo importanza alla probabilità che si verifichino fatti negativi.

Questo è comune quando le persone pensano che il mondo sia un luogo ostile, pieno di ostacoli, fatto per punirli. La persona con ansia deve applicare la tecnica della respirazione. Questa tecnica gli permette di porsi in una dimensione tale da fargli capire in modo realistico le probabilità che le diverse situazioni si verifichino.

Razionalizzare le emozioni
Quando si soffre d’ansia, è difficile pensare in modo chiaro. La mente si offusca. Le nostre emozioni dominano. Quando le emozioni si affievoliscono, solo allora possiamo iniziare a calmarci. Razionalizzando le emozioni, l’ansioso potrà modificare l’interruttore cerebrale e passare dal cervello emotivo a quello pensante.

A tale scopo, deve immaginare una scala da 1 a 10 e dare un valore alla sua paura. Facendo questo, il suo cervello penserà e lotterà contro il dominio emotivo. Una volta che avrà dato un valore alla sua paura, deve visualizzare il valore come se fosse un termometro e si renderà conto che il livello si abbasserà poco a poco.

 

FONTE :Studio medico Anguissola

Ansia: l’emozione che può impedirci di vivereultima modifica: 2021-09-09T08:46:38+02:00da shopper2000
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