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PRIMITIVO E SENSUALE: IL PROFUMO È NEL NOSTRO DNA

 I profumi ci fanno capire i valori e i costumi delle culture che li generano, sono preziosi strumenti d’analisi storica e sociologica”
(da Histoire en parfums di Arielle Picaud)

profumi.jpgL’origine del profumo si perde nella notte dei tempi un’epoca in cui non esisteva il profumo per lei né quello per lui, ma il profumo originario, con un forte richiamo alla terra, alle origini dell’individuo e del suo corpo, un equilibrio costante tra animalità e sensualità.

Non sappiamo, infatti, se l’uomo preistorico fosse sensibile al profumo, ma sembra ormai certo che l’Oriente ne sia stata la culla.
Bisogna aspettare le civiltà egizie e sumeriche perché l’Occidente conosca il ruolo importante delle materie prime odorose, componenti essenziali dei riti religiosi, simbolo di potere, raffinatezza e piacere. Inizialmente vengono utilizzate nei riti religiosi, per entrare in rapporto con gli dei, lo spirituale: è il profumo dei riti sacri, delle imbalsamazioni, delle offerte. “E’ il profumo dell’Eden – come scrive Maometto – dove gli uomini gioiscono di una vita piena di piacere, dove fanciulle li accolgono agitando sciarpe profumate”.

Bruciati in onore degli Dei, i profumi esalano un fumo odoroso che si leva verso il cielo, attraverso il quale gli uomini si avvicinano alla divinità e si attirano le grazie divine. Gli odori gradevoli diventano anche un modo per scongiurare le malattie ed arginare la peste e le epidemie.

Col tempo il profumo diventa profano: Cleopatra, come anche valorosi guerrieri, cominciano a spalmare i loro corpi con unguenti profumati.
La tappa seguente è la scoperta della distillazione da parte degli arabi, ai quali dobbiamo l’invenzione dell’alambicco, usato ancora ai nostri giorni.

Un secolo più tardi il profumo entra da protagonista nelle rappresentazioni pubbliche e le feste sono sempre accompagnate da spruzzi di profumo, oli profumati e unguenti orientali.
I Romani profumano le loro case e perfino i loro cani e cavalli.
Ma nel Medio Evo il rigore imposto dalla Chiesa cattolica e la sua influenza sui costumi occidentali porta al declino dell’uso profano dei profumi.

Tuttavia quando nel 1348 la peste nera ha sterminato un quarto della popolazione europea, il profumo acquista un ruolo igienico e terapeutico importante: i medici cominciano a diffidare dell’acqua, nella convinzione che, aprendo i pori della pelle, favorisca l’ingresso nel corpo dell’aria pestilenziale. Si abbandona così l’uso dell’acqua sostituita da grandi quantità di profumi per rimediare alla mancanza di igiene.

Il gusto per il lusso del Rinascimento, rilancia i profumi, tanto più che in questa epoca ci si profuma più di quanto ci si lavi! Si usano senza parsimonia zibetto, ambra, muschio su berretti, guanti, selle, calze; con tanta maggiore abbondanza quanto minore è la pulizia.

A Versailles, alla corte del Re Sole si profuma tutto: corpo, capelli, parrucche, vestiti, guanti, scarpe, mobili, lettere, fazzoletti ed il re stesso, prima di diventare allergico al profumo per averne abusato, si lava le mani con alcool di vino, la pelle con saponette di Bologna agli agrumi, i capelli con olio alla rosa, alla lavanda e al gelsomino.
Appaiono così le prime acque profumate, alla cui diffusione contribuiscono con il loro esempio Maria Antonietta, moglie di Luigi XVI e Giuseppina, moglie di Napoleone.

In Inghilterra è la regina Elisabetta I a dare l’impulso decisivo allo sviluppo della profumeria, imponendo alle sue suddite di coltivare fiori da essenza e imparare a produrre in casa acque odorose, e diffonde l’uso dei pomanders, palline a base di ambra che tiene in mano per allontanare le infezioni.

Dal canto suo l’Italia è all’avanguardia nell’arte dei profumi: Firenze e Venezia sono celebri in tutta Europa per i loro laboratori, ed è proprio a Venezia, fiorente centro culturale, che vengono pubblicati i primi libri sull’arte della cosmesi e della profumeria.

Dopo il XVIII secolo, l’industria francese dei profumi si concentra a Grasse, nel sud della Francia, dove inizialmente i fabbricanti distillano l’essenza di lavanda nelle fabbriche di guanti. È grazie alle eleganti donne di Francia, Inghilterra e Italia che i guanti profumati diventano celebri, il primo modo di indossare un profumo.

PRIMITIVO E SENSUALE: IL PROFUMO È NEL NOSTRO DNAultima modifica: 2021-10-27T11:01:23+02:00da shopper2000
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